COO.BRA
Coordinamento Bracciantile saluzzese
Resoconto della conferenza stampa del 27 ottobre 2014
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conferenza stampaUna cinquantina di presenti, tra cui una delegazione di 20 braccianti alloggiati al Foro Boario di Saluzzo, ma anche in altri accampamenti sparsi sul territorio (che di campi ne conta 7), atmosfera carica di tensione positiva grazie agli interventi che in nessun caso hanno fatto mancare analisi, proposte e intenti di rilancio per essere all’altezza delle sfide nell’immediato futuro. Alla presenza di giornalisti locali  e di un nutrito gruppo di solidali, si è svolta ieri a Verzuolo, nella sede della CUB Cuneo e provincia, la conferenza stampa del Coordinamento Bracciantile saluzzese, che ha visto anche la partecipazione della Microclinica FATIH – Ambulatorio Popolare Autogestito, i cui medici ed infermieri, nel corso della stagione, a più riprese, hanno messo in campo competenze e saperi per fornire informazioni, supporto e cure a lavoratori e disoccupati accampati a Saluzzo e a Savigliano.

Presenti in sala anche alcuni attivisti/e di Canelli (Asti) e dell’Ex Moi Occupata rifugiati e migranti di Torino che, insieme al Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia (Alessandria), al Coordinamento Bracciantile Saluzzese  ed alla Microclinica FATIH (che segue anche molti migranti e rifugiati della stessa Ex Moi, da cui provengono o verso cui si recano molte persone che attualmente si trovano nel saluzzese  per lavorare nella raccolta della frutta), fanno parte del Coordinamento Bracciantile Piemontese.

La conferenza stampa è durata poco più di un’ora, nel corso della quale, dopo un’introduzione relativa alla storia del Coordinamento e dopo un intervento portato dalla delegazione dell’Assemblea di lavoratori e disoccupati del Foro Boario, sono stati presentati i 3 temi cardine su cui il Coordinamento Bracciantile porta – e continuerà a portare – avanti riflessioni ed azioni: Lavoro, Abitare, Salute. In chiusura anche un accenno alla pesantissima repressione preventiva di cui lavoratori, disoccupati e attivisti del Coordinamento Bracciantile da svariate settimane sono oggetto a Saluzzo, per ricordare che continueremo a dire, scrivere e raccontare qualunque episodio che ci veda oggetto di attenzione, controllo, identificazione, intercettazione, pedinamenti o altro.

In attesa di pubblicare i podcast con i vari interventi, presentiamo qui una sintesi delle proposte lanciate relativamente ai 3 temi. Si tratta di proposte appena accennate, dal momento che l’obiettivo della conferenza stampa era quello di “stemperare” il clima unicamente repressivo e di condanna rispetto al tranquillo corteo spontaneo per la casa che i braccianti hanno portato nel centro di saluzzo il 12 ottobre e di riportare all’attenzione i contenuti su cui, secondo noi, è importante avviare un confronto collettivo.  Anticipiamo comunque fin d’ora che organizzeremo un momento pubblico nel saluzzese – la cui data comunicheremo con largo anticipo, perchè tutte e tutti gli interessati possano partecipare – nel corso del quale, insieme alla rete piemontese di cui facciamo parte, verranno presentate le analisi ed i dati da noi raccolti durante questa stagione e verranno approfindite le nostre proposte di intervento.

LAVORO

1) Verrà reiterata una richiesta alle organizzazioni di rappresentanza del padronato (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Confcooperative) perchè forniscano i dati in loro possesso relativi al fabbisogno di manodopera agricola stagionale, sia per l’anno corrente che per quelli precedenti, come è loro già stato richiesto formalmente in data 20 agosto 2014 da parte della CUB Piemonte.

2) Richiesta che vengano incrementati i controlli delle aziende agricole da parte degli organi a ciò preposti

3) Verrà inoltrata una richiesta allo sportello sindacale del Campo Solidale di Saluzzo per domandare la divulgazione dei dati raccolti e la restituzione dell’attività sindacale svolta

4) Richiesta che, a livello regionale, si provveda ad istituire indici di congruità in agricoltura, perchè sia verificata l’appropriatezza del rapporto tra estensione-coltura aziendale ed il numero di lavoratori assunti.

 

ABITARE

La precarietà abitativa è innanzitutto diretta conseguenza dell’assenza di un salario adeguato.
Il lavoratore precario e il disoccupato che non dispongono di un salario adeguato per potersi permettere una sistemazione abitativa dignitosa finiscono (sempre più, in tutta Italia) in un Campo istituzionalizzato, che però a sua volta produce precarietà abitativa, sia per le condizioni di vita insalubri, sia per il fatto di essere una sistemazione “a termine”, che istituisce una “temporaneità permanente”.

Per quanto riguarda la stagione di raccolta:
le aziende ed i loro rappresentanti devono mostrare un interessamento alle condizioni abitative della totalità della manodopera stagionale che viene effettivamente impiegata nelle campagne ben al di là di quanto viene fatto attualmente. Il lavoratore non è una macchina, ma una persona. Le soluzioni abitative insalubri e la ghettizzazione su base etnica, per quanto rappresentate come un modello di successo, non sono una risposta, ma anzi sono parte del problema, che deve essere affrontato per la totalità della manodopera, non per un suo segmento. In tutta Italia, attraverso la logica dei campi viene resa estremamente difficile la fuoriuscita dal circolo vizioso fatto di precarietà lavorativa – precarietà abitativa, in cui i lavoratori (principalmente di origine africana) restano intrappolati.

Per quanto riguarda la possibilità di fermarsi oltre la stagione:
ribadiamo che le persone che desiderano uscire dal circolo vizioso di un nomadismo interno senza sosta, perchè non hanno una casa dove tornare, né una residenza, devono poterlo fare. Ribadiamo che una larga parte delle persone che arrivano nelle campagne del saluzzese sono rifugiati politici, titolari di protezione umanitaria o sussidiaria, richiedenti asilo. Molti di loro non hanno fatto altro che passare da un campo all’altro da quando hanno messo piede in Italia. E’ necessario attivarsi per garantire loro il diritto all’abitare ed il diritto alla residenza anargrafica (che è fondamentale per vedersi garantiti numerosi diritti civili e sociali tra cui il diritto all’assistenza sanitaria).

Richieste:

1) Breve termine

Papa Francesco l’anno scorso ha chiesto alla Chiesa di dare i conventi chiusi ai rifugiati. Facciamo nostra questa proposta e, vista l’imminente chiusura del campo, invieremo una lettera per domandare agli enti ecclesiastici locali che permettano ai lavoratori senza tetto di trovare riparo dentro una delle loro strutture vuote ed abbandonate presenti sul territorio, per terminare la stagione – che non terminerà il 3 novembre – o per fermarsi se non hanno un luogo verso cui tornare

2) Medio termine

Chiediamo che venga istituito quanto prima un tavolo permanente che veda la partecipazione di

  • una auto-rappresentanza di lavoratori/disoccupati
  • organizzazioni di rappresentanza del padronato
  • ASL CN1
  • comuni
  • regione
  • organismi di controllo delle aziende

che, tra le altre cose, abbia anche il fine di trovare una soluzione abitativa dignitosa, che garantisca autonomia e effettiva possibilità di autodeterminazione ai lavoratori stagionali presenti sul territorio. Soluzione che non deve continuare ad essere concepita su base etnica, ma deve invece essere concepita come intervento rivolto alla manodopera agricola stagionale nella sua totalità, sulla base di dati trasparenti e verificati relativi al fabbisogno effettivo di manodopera da parte delle aziende locali.

3) Lungo termine

All’interno della più ampia rete nazionale di cui facciamo parte, avvieremo la costruzione di una piattaforma rivendicativa specifica sulla sistemazione abitativa dei lavoratori stagionali, che riteniamo debba essere riconosciuta come costo di produzione aziendale, attraverso l’introduzione di vincoli all’interno della normativa nazionale e del contratto collettivo nazionale e provinciale.
(Non riteniamo che la soluzione verso cui tendere siano campi di container, nè l’ospitalità in azienda, quanto piuttosto misure anche salariali che rendano possibile l’effettiva autonomia abitativa dei lavoratori stagionali)

In questa sede non ci addentriamo nel merito di proposte articolate relativamente al medio e lungo termine, poichè per esprimere una proposta è necessario che vi sia un luogo (non informale) in cui si renda possibile una interlocuzione con le controparti.

 

SALUTE

Vi sono due ordini di problemi:

– l’effettiva tutela sanitaria della totalità dei lavoratori stagionali e dei disoccupati presenti sul territorio

– le condizioni di vita insalubri rappresentate dagli accampamenti

Richieste:

1) Richiesta alla ASL CN1 di fornire i dati (anche per gli anni passati) relativi all’iscrizione al SSN dei lavoratori stagionali migranti presenti sul territorio.

2) Richiesta ai medici volontari dell’ambulatorio ospitato nella sede Caritas di Saluzzo e convenzionato con la ASL, di divulgare i dati (anche per gli anni passati) relativi ai numeri di persone che sono state seguite – dettagliando quale tipo di tutela è stato garantito (quante persone seguite tramite codice STP/ENI, quante persone iscritte al SSN) – ed anche i dati relativi alle principali patologie riscontrate.

3) Richiesta di istituzione di un tavolo permanente che veda la partecipazione della ASL (come dettagliato nel tema abitare), in cui sia possibile costruire un percorso volto a garantire il diritto alla salute alla totalità dei lavoratori e disoccupati presenti sui diversi comuni del territorio, su base ordinaria e non eccezionale.

Qui una dettagliata CRONISTORIA DELLE ULTIME SETTIMANE A SALUZZO , contenente anche le diverse testimonianze di solidarietà che lavoratori, disoccupati e Coordinamento bracciantile hanno ricevuto

Qui un RESOCONTO DELL’INCONTRO IN COMUNE  (presidiato da uno spropositato numero di forze dell’ordine) tra una delegazione di 5 lavoratori e rifugiati ed il Sindaco di Saluzzo, il quale ha sprezzantemente respinto le loro richieste e negato qualunque possibilità di confronto politico, attirandosi il plauso della Lega

per info: coordinamentolavorobracciantilesaluzzese@autistici.org

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