JOBS ACT E LA PRECARIETA’ A VITA
In queste settimane non si parla che di art 18, ed assistiamo ad un indecente balletto tra il governo Renzi e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, tutto quanto giocato sulle nostre vite.
Noi non abbiamo mai pensato a governi amici, e questo prosegue sulla strada dei precedenti a distruggere ogni diritto del lavoro, a svendere le nostre vite alla Banca Centrale Europea, ad impoverirci a favore di banche e finanza.
Da tempo non ci aspettiamo che i sindacati ci difendano in queste evoluzioni, da anni li vediamo conniventi, silenti ed inattivi di fronte alle varie riforme, e al massimo li sentiamo alzare un poco la voce, per poi constatare, come il proverbio, che can che abbaia non morde.
Ma veniamo al sodo: il governo si farà assegnare dal parlamento una delega (in bianco!) per modificare lo Statuto dei Lavoratori. Già questo è incredibile, lo statuto che riguarda i nostri diritti verrà modificato da un governo senza che nessun lavoratore venga consultato…una manica di stronzi!
In questa legge delega, di cui non si conoscono ancora tutti i particolari, l’intenzione è di intervenire su argomenti pesanti: art. 18, demansionamento, telecamere sul luogo di lavoro!
Art. 18:
ogninuovo assunto, sia alla prima esperienza lavorativa o sia un disoccupato che rientra nel mercato del lavoro, non avrà da subito diritto alle stesse tutele garantite dal precedente contratto a tempo indeterminato, ma le otterrà gradualmente.
Questo non riguarda solo i giovani alla prima assunzione, ma riguarda tutti, ogni volta che si cambia lavoro si riparte da zero!
In pratica si lascia al datore di lavoro la possibilità di interrompere il rapporto in qualunque momento e senza motivazione nei primi tre anni; in questi primi tre anni, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si applica. Altro che tutele crescenti, la totale perdita di tutele.
A onor del vero, proprio a dimostrazione che cambiano i governi ma non cambia la sostanza, già con la riforma Fornero è stato di fatto liberalizzato il licenziamento individuale senza obbligo di reintegro. Basta infatti la giustificazione economica (che diventa “giusta causa”, o meglio “giustificato motivo oggettivo”) perché partano le lettere di licenziamento.
Questo percorso era prima consentito solo per i licenziamenti collettivi, art. 223/1991, e doveva essere confermato dalla dichiarazione di uno “stato di crisi” dell’azienda.
Considerando anche la legge 78 approvata lo scorso 16 maggio, nota come legge Poletti (o Job Act,atto I) si sancisce la totale liberalizzazione del contratto a termine rendendolo a-causale.
Viene con ciò fittiziamente posto un limite massimo ai rinnovi possibili (cinque), ma poiché i rinnovi non sono applicabili alla persona ma alla mansione, basta modificare quest’ultima per condannare una persona al lavoro intermittente a vita. La precarietà è stata così completamente istituzionalizzata.
Alla luce di questi articoli parlare dell’art. 18 dopo la stabilizzazione del contratto di lavoro, in tempi di contratti determinati, con una precarietà dilagante, può apparire quantomeno paradossale, ma non per questo si deve ulteriormente tacere.
DEMANSIONAMENTO
L’art.13 dello Statuto dei lavoratori riporta: «il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito». Insostanza, se fai un lavoro per quel lavoro devi esser inquadrato e pagato. Il resto è un illecito, soprattutto se con una determinata qualifica si viene messi a svolgere una mansione inferiore.
Rivedere questa disciplina significa concedere la possibilità di cambiare mansioni ad un lavoratore, e di conseguenza di poterlo pagar meno di prima.
Quello che si apprestano a varare (noi non immaginiamo chissà quali barricate in parlamento) è iniziato tempo indietro, e proseguirà con ulteriori peggioramenti in futuro.
Renzi e il governo si fanno garanti della continuità delle politiche di austerity, rispondono agli interessi del grande capitale finanziario e Fmi. I sindacati alzano a parole le barricate, dichiarando, nel desiderio di essere credibili (e qualcuno ancora ci casca!), che adesso chiuderanno le porte della stalla, ben consapevoli, però, che tutti gli animali son scappati da molto tempo.
Tutto questo avviene nella totale disinformazione e manipolazione dei media, e purtroppo anche grazie al menefreghismo di troppi lavoratori, che pensano di esser al sicuro, mentre stanno in fila senza vedere che oltre vi è una ghigliottina.
In questo quadro migliaia di giovani lavorano in una condizione di precarietà senza fine, con contratti rinnovati di tre mesi in tre mesi, soggetti a qualsiasi minaccia e sopruso pur di non perdere il proprio misero reddito, quando ne hanno uno.
Con questo volantino ci assumiamo il compito di informare quanti non sanno quel che avviene, o ne hanno una visione distorta, perché è il primo passo.
Con questa presenza cerchiamo di tessere relazioni tra lavoratori che non hanno ancora abbandonato la propria testa appesa ad un chiodo, tra lavoratori che hanno a cuore le sorti dei giovani che entrano o entreranno nel mondo del lavoro, tra lavoratori che riconoscono l’importanza di impegnarsi per provare a fermare questa deriva che ci consegna sempre più a povertà, precarietà e infelicità.
lavoratori autoconvocati provincia granda
Siamo un gruppo di lavoratori che si è incontrato e ha deciso di intraprendere un percorso comune,
non abbiamo al nostro interno gerarchie e non siamo stipendiati, cerchiamo semplicemente di mettere
in rete i saperi e provare a reagire per fermare questa deriva inconciliabile con i nostri interessi.
Se vuoi contattarci la nostra mail è: gramisia[at]autistici.org
fot.in.prop.via s.bernardo 3 Verzuolo (CN)