COO.BRA
Coordinamento Bracciantile saluzzese
Cronistoria delle ultime settimane a Saluzzo + testimonianze di solidarietà
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Nota introduttiva: sul territorio i lavoratori e disoccupati di origine africana sono alloggiati in ben 7 campi sparsi nei diversi comuni:

  • 4 campi di tende della Caritas: Saluzzo, Savigliano, Manta, Lagnasco (per cca 480 persone)
  • 3 campi di container della Coldiretti: Saluzzo, Lagnasco, Verzuolo (per cca 120 persone)

A questi 7 campi si aggiungono:

  • 1 casa concessa dal Comune di Revello (per cca 10 lavoratori)
  • la ex casa del custode del cimitero concessa dal Comune di Saluzzo (per cca 15 lavoratori)
  • la canonica della parrocchia di Scarnafigi (per cca 15 lavoratori)

CRONISTORIA DELLE ULTIME SETTIMANE A SALUZZO

Ultime settimane di agosto – 24 settembre 2014
Numerose sono le riunioni del Coordinamento Bracciantile Saluzzese con i lavoratori e disoccupati del campo Caritas di Savigliano, i cui “abitanti” chiedono ripetutamente un incontro con il Sindaco al fine di discutere di alternative abitative dignitose rispetto al campo (dove dal mese di luglio si ritrovano confinati, in seguito alla protesta a cui hanno dato vita di fronte al campo Caritas di Saluzzo dove non hanno trovato posto). Un campo, quello di Savigliano, che si trova isolato alla periferia della città e dove lavoratori e disoccupati – di cui alcuni rifugiati – sono costretti a vivere in condizioni vergognose, con una doccia all’aperto auto-costruita, a lungo senza acqua calda, con un altissimo livello di umidità e freddo, sul greto di un fiume a rischio esondazione e senza assistenza sanitaria regolare e costante.
Il Sindaco si dà a lungo irreperibile, salvo poi fissare un appuntamento con gli accampati per mercoledì 24 settembre alle 21.00, in Comune.
I lavoratori ed i disoccupati sono logorati, ma ancora speranzosi di poter dialogare e trovare delle risposte abitative condivise, visto che le loro istanze sono più che legittime e del tutto identiche a quelle degli altri braccianti accampati in container e tende nei diversi campi presenti sul territorio (ben 7 in totale).

24 settembre 2014
L’incontro in Comune, a Savigliano, chiamato da lavoratori e disoccupati (che chiedono al Coordinamento Bracciantile di accompagnarli) per discutere di possibili alternative dignitose al campo, si apre con un particolare “benvenuto” espresso dalla vice-sindaco: “Il motivo della riunione è quello di salutarvi e di dirvi che a breve noi dovremmo sgomberare il Campo. Qualcuno di voi magari sta ancora lavorando, qualcuno lavora ancora per un periodo, sappiamo che ci sono anche i kiwi, quindi qualcuno potrebbe anche trovare nei kiwi ma il nostro campo è in una zona dove il fiume può esondare, quello è ancora cantiere (…) Si avvicina la brutta stagione, noi siamo zona esondabile e anche per questo ci sono i lavori sul fiume e quindi è necessario prevedere diciamo al massimo il 15 ottobre ma se il tempo diventasse brutto è necessario sgomberare quell’area”.
Solo dopo i lunghi interventi istituzionali, volti solo a rafforzare l’ultimatum dello sgombero il 15 ottobre, viene data la parola ai lavoratori ed ai disoccupati le cui istanze cadono nell’indifferenza generale, non senza battute di pessimo gusto ed ironie fuori luogo.

24 settembre – 5 ottobre 2014
Continuano le riunioni del Coordinamento Bracciantile Saluzzese al campo di Savigliano dove – alla luce delle non-risposte istituzionali – i lavoratori ed i disoccupati discutono di quali alternative abitative siano praticabili, per poter almeno terminare la stagione di raccolta.
Sentendosi molto isolati – e dunque impotenti – chiedono di poter incontrare e potersi confrontare con i lavoratori ed i disoccupati accampati a Saluzzo, essendo al corrente che le tende sono sovraffollate e che alcune decine di persone dormono completamente all’addiaccio.

5 ottobre 2014
Assemblea a Saluzzo, chiamata sia per far incontrare i braccianti del campo di Savigliano con quelli accampati al Foro Boario, che per sondare quale sia la situazione abitativa e quali siano i bisogni di chi da quasi 6 mesi vive in tenda; in particolare di tutti coloro – in larga parte rifugiati – che, da tempo, hanno iniziato a manifestare agli attivisti del Coordinamento Bracciantile la preoccupazione per ciò che accadrà con la chiusura dei Campi, non avendo un luogo dove tornare, non avendo casaresidenza, e non volendo ripetere l’esperienza di nomadismo forzato “da un campo all’altro” nelle campagne italiane (da Saluzzo, a Rosarno, a Foggia, a Nardò, etc.) che hanno vissuto negli ultimi anni.
All’assemblea partecipano oltre 150 persone che manifestano un forte disagio abitativo e sanitario – dovuto sia alle condizioni di vita che di lavoro – e che si dimostrano determinati a trovare sia per sé che per gli altri alternative dignitose rispetto al Campo (dove le condizioni di vita sono ormai decisamente insalubri, come succede ogni anno, in autunno), almeno fino alla fine della stagione di raccolta ed anche oltre per le persone che si trovano senza prospettive.

8 ottobre 2014
Nuova assemblea a Saluzzo, per continuare a discutere del disagio abitativo vissuto dagli accampati, nel corso della quale viene elaborato un breve comunicato, che si rivolge alla popolazione saluzzese e che ha due obiettivi:

  1. raccontare le condizioni di vita cui sono costretti i lavoratori ed i disoccupati che arrivano alla ricerca di lavoro nelle campagne del saluzzese, venendo spesso sfruttati sul lavoro;
  2. chiedere solidarietà da parte della popolazione saluzzese.

Chi riceve un salario misero per il proprio lavoro, chi è costretto al lavoro grigio o nero, chi è costretto alla disoccupazione forzata, chi è titolare di un permesso di protezione ed è stato buttato fuori da percorsi di prima accoglienza ritrovandosi di punto in bianco in mezzo ad una strada, non può permettersi di pagare un affitto. Inoltre, sul territorio, è risaputo che le case ai “neri” non si affittano.
Il campo – padronale o del terzo settore – non rappresenta però una risposta, perchè di fatto istituzionalizza la precarietà abitativa (legata alle condizioni lavorative) e la eleva a sistema, obbligando le persone a vivere in condizioni non dignitose, nella costante temporaneità ed insicurezza, minando quindi la salute fisica e mentale di lavoratori e disoccupati ed impedendo strutturalmente l’accesso ad un abitare dignitoso ed alla residenza per masse sempre più ampie della popolazione.

9 ottobre 2014
Gli attivisti del Coordinamento Bracciantile Saluzzese si accorgono di essere pedinati dalla Digos ed intercettati. In serata i carabinieri entrano nel campo di Saluzzo per intimidire le persone e chiedere conto delle riunioni tenute con il Coordinamento Bracciantile.
Il grande timore dell’autorità pubblica è che i lavoratori e disoccupati possano voler portare su un piano pubblico il loro bisogno abitativo e le loro rivendicazioni, al fine di trovare delle risposte immediate (visto che a breve il campo verrà sgomberato e le condizioni di vita nei container e nelle tende sono sempre più dure) e magari fermarsi sul territorio.

10 ottobre 2014
Un’attivista del Coordinamento Bracciantile Saluzzese viene convocata in Commissariato: il tema di discussione per i carabinieri è “l’illegalità” che – viene minacciato – sarà punita duramente, sia a spese degli attivisti del Coordinamento Bracciantile, che degli stessi lavoratori e disoccupati, migranti e rifugiati, cui “non verranno rinnovati i permessi di soggiorno”.
Iniziano i blocchi stradali e le identificazioni a raffica, continuano i pedinamenti e le intercettazioni ambientali e telefoniche. Il campo è presidiato costantemente da varie pattuglie di carabinieri in divisa ed i borghese, nonchè da vari agenti della Digos.

11 ottobre 2014
In serata, stanchi di non aver più potuto comunicare con i lavoratori ed i disoccupati del campo di Saluzzo ed asfissiati dal pesante clima intimidatorio, alcuni attivisti del Coordinamento Bracciantile decidono di andare alla tendopoli del Foro Boario. Dopo essere stati fermati dal vigile di turno, appostato in prossimità del campo ed interessato unicamente a sapere se ci siano “persone di Torino”, gli attivisti vengono accolti calorosamente nel campo, dove subito si forma un’assemblea che chiede informazioni rispetto a quanto successo negli ultimi giorni e racconta delle ripetute visite delle Forze dell’ordine.
L’assemblea decide che, a questo punto, sia opportuno far uscire il contenuto del comunicato scritto alcuni giorni prima, per tentare di comunicare pubblicamente quanto elaborato informalmente nel corso dell’estate. Viene fatta la proposta di leggerlo il giorno seguente, chiedendo il microfono durante la commemorazione per i morti di Lampedusa organizzata all’interno del campo – evento del quale la stragrande maggioranza dei presenti non era assolutamente a conoscenza.
Durante l’assemblea i carabinieri non mancano di fare visita al campo. Una volta usciti, gli attivisti del Coordinamento ritrovano il medesimo vigile incontrato oltre un’ora prima, che era rimasto appostato per tutto il tempo. Ennesimo blocco ed identificazione, questa volta da parte di sia dei vigili che dei carabinieri, sotto la supervisione di vari agenti della Digos (almeno cinque vetture in totale).
Con difficoltà, dopo circa un’ora di blocco, gli attivisti del Coordinamento Bracciantile riesce ad allontanarsi dal campo.

12 ottobre 2014
Gli attivisti del Coordinamento Bracciantile riescono ad entrare nel campo nel primo pomeriggio. Si forma immediatamente un’assemblea determinata a portare il comunicato sul bisogno abitativo all’attenzione dei saluzzesi, attraverso il microfono presente quel giorno nel campo. La commemorazione dei morti di Lampedusa viene interrotta per 5 minuti dalla lettura del messaggio portato da lavoratori e disoccupati, i quali avevano formano un piccolo corteo per attraversare il Campo.
L’arrivo di alcuni giornalisti (fino a quel momento assenti dall’evento) interessati ai contenuti portati, richiede che i lavoratori ed i disoccupati escano dal campo, per rileggere il comunicato e farsi fotografare. A quel punto, parte, in maniera imprevista una spontanea passeggiata verso il centro di Saluzzo, che si dà l’obiettivo di portare il messaggio “CASA PER TUTTI” alle orecchie dei saluzzesi, chiedendo anche un incontro pubblico con la massima autorità cittadina, per discutere del disagio abitativo e portare una proposta per affrontarlo.
Dopo un breve percorso, non appena il gruppo arriva nel centro dello shopping saluzzese, giungono varie pattuglie delle forze dell’ordine che, in maniera del tutto scomposta, intimano ai presenti di “disperdersi”, minacciando nuovamente, e come primo approccio (senza neanche interrogarsi o chiedere ai lavoratori e disoccupati quale sia il motivo della loro – insolita! – presenza in centro) il mancato rinnovo del permesso di soggiorno.
Dopo estenuanti trattative ed il rifiuto a presentarsi, nonostante numerose richieste, da parte del Sindaco – il quale delega alle Forze dell’ordine la “gestione” delle istanze e delle legittime richieste portate all’attenzione pubblica – lavoratori e disoccupati strappano un incontro in Comune per l’indomani: verrà ricevuta solo una piccola delegazione accompagnata da una interprete, nell’assenza di alcun monitoraggio e assistenza legale.
Il gruppo di manifestanti dal centro fa ritorno al campo scortato dalle gazzelle dei carabinieri, che stazionano al Foro Boario fino a fine serata, nel corso della quale si tiene un’assemblea aperta per organizzare l’incontro in Comune del giorno dopo. Di nuovo, agenti della Digos si avvicinano per origliare (cose peraltro ribadite poco prima in pubblico) e vengono invitati ad andarsene.
Quando l’assemblea si conclude, gli attivisti del Coordinamento Bracciantile vengono nuovamente bloccati ed identificati dalle pattuglie dei carabinieri.

13 ottobre 2014
Il Comune è presidiato esternamente ed internamente da un numero spropositato di carabinieri in divisa ed in borghese, agenti della Digos e di altri corpi investigativi non meglio identificati, il tutto per la presenza di una delegazione di cinque lavoratori e disoccupati africani, un’interprete ed un’attivista del Coordinamento Bracciantile, la quale – non essendo ammessa all’incontro – resta fuori e viene identificata per ben due volte nel giro di un’ora.
L’incontro si tiene in una sala militarizzata – per la presenza di numerosi carabinieri ed agenti della Digos, i quali intervengono indebitamente a più riprese (sostenendo l’inesistenza del lavoro nero e grigio sul territorio!) – e dura ben 3 ore, utili solo ad intimidire la delegazione di braccianti e respingere in toto le richieste da loro portate, ovvero:

  1. la possibilità di ottenere un tetto – vista la presenza di numerose case vuote sul territorio – per terminare la stagione e fermarsi per chi non abbia altro luogo dove andare e sia privato del diritto alla residenza, che è necessario per accedere a numerosi diritti civili e sociali;
  2. la possibilità di istituire un tavolo istituzionale dove una auto-rappresentanza di lavoratori e disoccupati possa interloquire su un piano politico e non emergenziale o umanitario o di ordine pubblico con – per lo meno – Comune, regione de organi di controllo delle aziende.

Queste due semplici richieste vengono sprezzantemente rifiutate e definite irricevibili, in quanto rappresenterebbero non meglio precisati interessi “ideologici” dei bianchi e non riguarderebbero invece i bisogni materiali di persone che da sei mesi vivono accampate ed hanno la sola prospettiva di continuare a farlo, spostandosi costantemente da nord a sud Italia nella ricerca di un salario di sussistenza corrispondente ad un lavoro sfruttato, in molti casi nero e grigio.
I “no” sprezzanti del Sindaco democratico ricevono il plauso della Lega.

18 ottobre 2014
Presenza antifascista in solidarietà alle lotte di lavoratori e disoccupati migranti che vivono accampati al Foro Boario. Mentre alcuni attivisti del Coordinamento Bracciantile rispondono alle sterili provocazioni di Forza Nuova (che ha tenuto un presidio autorizzato in centro), altri fanno insieme a lavoratori e disoccupati una bella assemblea di fronte al campo (perchè gli attivisti, non appena arrivati, sono stati espulsi dallo stesso ed identificati dalla Digos), spiegando loro ciò che stava avvenendo in centro e confrontandosi riguardo alle forti reazioni suscitate dal tranquillo corteo spontaneo avvenuto domenica.
L’assemblea ha ragionato ed elaborato proposte rispetto a come riuscire a comunicare a tutte le persone che vivono a Saluzzo i contenuti relativi a Casa, Lavoro e Salute che, nè domenica, nè lunedì, i lavoratori stagionali ed i disoccupati migranti e rifugiati hanno potuto presentare o discutere in maniera minimamente approfondita.

La situazione attualmente è la seguente.

Tutte le forze “sensibili” alla condizione dei “poveri africani” si sono sentite offese dalla presa di parola e dalla dimostrazione di esistenza pubblica di lavoratori e disoccupati e si sono schierate – nettamente o ambiguamente – contro la richiesta di abitare dignitoso e residenza (richieste necessarie per l’immediato), nascondendosi dietro alla debole argomentazione che il corteo spontaneo avrebbe rappresentato un gravissimo “vizio di forma” in grado di minare una pace sociale che, in verità, i Campi presenti sul territorio hanno garantito solo a livello di facciata (in sintesi: finchè i poveri africani se ne stanno rinchiusi nei Campi e non alzano la testa rispetto alle vergognose condizioni lavorative ed abitative cui sono costretti, anche i razzisti ed i fascisti stanno zitti… In realtà nemmeno tanto, come risulta evidente dai commenti che varie componenti della popolazione locale hanno continuamente espresso, per tutta l’estate, sui soliti social network).

La condizione materiale di lavoratori e disoccupati è oggi peggiorata: fa più freddo, le persone sono sempre più malate, il campo di Savigliano è stato sgomberato ed una persona è stata abbandonata dentro all’ultima tenda senza servizi né alcuna risposta da parte delle istituzioni che sono state più volte interpellatoein questi giorni, il campo di Saluzzo verrà smantellato a partire dal 3 novembre. Molte persone stanno partendo, perchè non reggono le condizioni di vita e hanno perso la speranza che qualcosa possa cambiare. Iniziano ad andarsene anche coloro che non hanno alcuna prospettiva, se non quella di spostarsi in un altro campo o dormire all’addiaccio in altre campagne d’Italia. Tutte queste persone, lo ribadiamo, non sono braccianti per vocazione, ma inseguono le logiche del capitale per poter sopravvivere. Moltissimi – e sempre più – sono i titolari di protezione internazionale che si trovano costretti ad ammassarsi nelle campagne in assenza di alcuna altra possibilità, non esistendo in Italia una legislazione adeguata ed un sistema di seconda accoglienza, né in Europa una reale libertà di movimento.

La condizione attuale è conseguenza della totale assenza di confronto politico sulla situazione, non tanto nelle ultime settimane – quando alcuni bisogni sono invece stati portati con forza all’attenzione pubblica -, ma soprattutto prima, quando è mancata la capacità e la volontà di affrontare in maniera collettiva e pubblica i temi del lavoro, dell’abitare, della salute e dei documenti, che si pongono a Saluzzo come ovunque in Italia. A chi dice che, rispetto a tutte queste problematiche, “il campo è una conquista”, noi diciamo che il campo è una risposta a una domanda mal posta. Non si tratta, infatti, semplicemente di dare riparo temporaneo, e segregato, a lavoratori stagionali africani – peraltro in larga parte a spese del terzo settore.

Pensiamo che i tempi siano maturi e la consapevolezza di lavoratori e disoccupati altissima, per poter finalmente rompere qualche tabù anche a Saluzzo ed intavolare una discussione seria, che abbia l’obiettivo di affrontare la complessità, non rimuoverla, su un piano politico e collettivo, non umano o interpersonale.

Per questo, abbiamo indetto una conferenza stampa per lunedì 27 ottobre allo ore 18.00, presso la sede della Cub Cuneo e provincia di Verzuolo, Via San Bernardo 3.

Coordinamento Bracciantile Saluzzese

per info: coordinamentolavorobracciantilesaluzzese@autistici.org

COMUNICATI

MICROCLINICA FATIH – Ambulatorio Popolare Autogestito: La salute al campo solidale di Saluzzo

CRONACA

Radio Blackout – Saluzzo: casa per tutti!

Infoaut – Saluzzo: dopo il corteo ora casa per tutti!

Clash City Workers – Saluzzo, esplode la protesta per la casa

TESTIMONIANZE DI SOLIDARIETA’

Sicobas Torino – Solidarietà al Coordinamento e ai braccianti immigrati del saluzzese

CUB Piemonte – Corteo spontaneo di braccianti tenutosi a Saluzzo il 12 ottobre

Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia – Nostra patria è il mondo intero!

Campagne in Lotta – Saluzzo: Comunicato di solidarietà

Genuino Clandestino – Solidarietà a Coordinamento Bracciantile Saluzzese, lavoratori e disoccupati

Ex Moi Occupata rifugiati e migranti – La situazione a Saluzzo

L’Abito Bra – Lo schiavismo nel cuneese alla frutta

Eurodeputata Eleonora Forenza – Il mio sostegno ai lavoratori migranti di Saluzzo e alle loro lotte

Solidarietà a lavoratori, disoccupati e Coordinamento Bracciantile Saluzzese da parte di varie realtà regionali e nazionali

Clash City Workers – [Saluzzo] Tra lotta e repressione: solidarietà ai lavoratori

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